23 luglio 2012
Dal 6 luglio la Romania è piombata nella più grave crisi istituzionale mai sperimentata nei ventitre anni di transizione post-Ceauşescu. Visto oggi, il 2007, l’anno trionfante dell’adesione al club delle euro-democrazie, sembra lontanissimo. Dopo mesi di coabitazione tempestosa tra il governo di centro-sinistra e la presidenza della repubblica conservatrice, a sbaragliare le carte, terrorizzando Bruxelles, è arrivato l’impeachment, la destituzione del Presidente della Repubblica Traian Băsescu, per abuso di potere e violazione della Costituzione, votata in seduta parlamentare congiunta dalla maggioranza guidata da Victor Ponta, leader dell’Unione Social-liberale, la spuria alleanza di governo tra Partito socialdemocratico, Partito conservatore e Partito nazionale liberale lanciata lo scorso maggio per fronteggiare l’ennesima crisi di governo.