ettajdid
  • Antonella Vicini 22 ottobre 2011
    C'è chi le ha viste in piazza, gridare slogan, sfilare per le strade, arringare la folla, sfidare le cariche della polizia, stringere la mano ai militari che abbassavano le armi; calpestare l'immagine di Ben Ali e sfoggiare la V di vittoria dopo la fuga del dittatore. Piangere, urlare, gioire. Con l'hijab, ma la maggior parte senza. Dalla cantante Emel Mathlouthi, che ha fatto il giro del web con un video che la ritrae, cappottino rosso e zaino in spalla, cantare per le vittime delle rivolte, a Lina Ben Mhenni che con il suo blog A Tunisian girl ha sfidato il regime, dando voce alla rivolta (e si è guadagnata anche una candidatura al Premio Nobel), sono queste le donne tunisine che dallo scorso gennaio hanno invaso l'immaginario collettivo.  
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