Secolarizzare il Corano per far valere i diritti, in particolare quelli delle donne? “No, sostiene la filosofa Asma Barlas: il Corano è sacro e intoccabile. Ma la libertà di applicare l’ermeneutica al Corano è importante per sostenere la lotta per l’eguaglianza di genere. La lettura delle scritture può essere interpretata in nome di un’eguaglianza tra i sessi.” Abbiamo intervistato Asma Barlas durante i nostri Istanbul Seminars.
“L’islam è stato usato e politicizzato, e questa è una prova del fatto che la mancanza di uno stato secolare metta in pericolo la natura stessa dell’islam” spiega Zaid Eyadat, docente di scienze politiche presso la Jordan University intervistato durante i nostri Istanbul Seminars. Dapprima, il cosiddetto Messaggio di Amman, da lui promosso insieme ad altri intellettuali riformisti, ha stimolato il dialogo e la discussione tra numerosi studiosi e pensatori musulmani intorno alla possibilita’ di una riforma nell’Islam, poi le primavere arabe hanno dato il via a importantissimi cambiamenti nella regione. Ora, l’esigenza di una riforma e’ rivendicata anche da molti di coloro che sono scesi in piazza.
“Se uno Stato dichiara di essere islamico e impone una determinata visione dell’islam, nega di fatto la libertà di dissentire da essa. Ecco perché serve lo Stato secolare”, sostiene Abdullahi an-Na’im, studioso di diritto e di giurisprudenza islamica. Resetdoc lo ha intervistato durante l’edizione 2011 degli Istanbul Seminars.“La shari’a è uno sforzo umano di comprendere il divino, ma rimane pur sempre umano. Per questo ciascun credente è responsabile della propria comprensione del testo”, spiega il Professor An-Na’im. Ed è per questo che, come chiunque altro, “ogni musulmano ha bisogno dei diritti umani: libertà di credo e di associazione, libertà dall’oppressione, ma anche diritto al dibattito, al dissenso e alla contestazione, e può soltanto supporre quale sia il significato del messaggio, nessuno può avere una pretesa di verità assoluta su cosa sia la shari’a”.Infatti, “nella tradizione intellettuale islamica il concetto di shari’a veniva inteso come ‘zanni’, cioè come supposizione, e questo era un bene”, sottolinea il filosofo sudanese-americano, “perché la certezza tende inevitabilmente all’autoritarismo, all’oppressione e al dominio degli altri, da parte di chi è ‘certo’ di possedere la verità rivelata. E, anche dal punto di vista logico, la possibilità di essere musulmano, la possibilità stessa della fede richiede la possibilità di non credere: se non sono libero di credere, la mia credenza non ha alcun valore. Per questo motivo, creare le condizioni in cui io abbia la libertà di credere o di non credere è indispensabile alla possibilità di essere musulmano. Lo Stato deve essere secolare, in modo che io possa essere musulmano per convinzione, e non per imposizione.”
Nasr Hamid Abu Zayd, filosofo egiziano18 luglio 2011
Il Corano insegna che Dio ha creato e diversificato gli uomini in nazioni e tribù dai vari colori e linguaggi in modo da consentirne la reciproca conoscenza. Di fatto, gli uomini conoscono se stessi e attraverso la comprensione dell’Altro. Per sua natura storica l’Islam è una vocazione etica e spirituale verso la giustizia sociale. Il Corano, di per sé, riguarda i poveri e i bisognosi. E riguarda il nostro rapporto con l’Altro. A un anno dalla sua scomparsa, ResetDoc ricorda il grande filosofo egiziano Nasr Hamid Abu Zayd con questo video.
Fred Dallmayr, University of Notre Dame13 giugno 2011
«La mia tesi di fondo riguardo al Corano è che, per comprendere il pensiero islamico, occorre riconsiderare la dimensione umana del Corano. Ancorare il Corano alla storia non significa che le origini del Corano siano [esclusivamente] umane. Credo che il Corano sia un testo divino, rivelato da Dio al Profeta Maometto attraverso la mediazione dell’arcangelo Gabriele. Quella rivelazione, però, ha avuto luogo attraverso l’uso del linguaggio, di una lingua (l’arabo) radicata in un contesto storico. Il Corano si rivolgeva agli arabi che vivevano nel VII secolo, tenendo conto della realtà sociale di quel determinato popolo che al tempo viveva nella Penisola araba. Altrimenti, come avrebbero potuto costoro capire la rivelazione?»Nasr Hamid Abu Zayd
Gli islamisti vogliono riottenere il controllo di tutti gli aspetti della vita quotidiana, sostiene il filosofo siriano Sadik Al-Azm. L’esistenza di un movimento reazionario lascia pensare che non ci sarà fine alla violenza. Questo movimento vuole riesumare tutto ciò che si è perso, invece di individuare modi innovativi per vivere l’Islam oggi.
Con macellerie islamiche, negozi o botteghe di alimentari etniche, i piccoli imprenditori halal sono riusciti a fare fortuna e a portare un po’ dei sapori del paese d’origine nelle case musulmane. Da Milano a Torino a Roma, la richiesta è in grande crescita. E soprattutto, soddisfare le esigenze alimentari di quasi due milioni di musulmani in Italia, inizia a fare gola a molti. Munir Ibrahim, 44 anni, nato in Eritrea, è titolare, insieme alla moglie e ad un altro socio, di Zula Italy Food, azienda milanese attiva nella commercializzazione di generi alimentari halal (si tratta soprattutto di salumi e carni macellati secondo i dettami del Corano). Nel 2009 le sue vendite sono cresciute del 30%, senza risentire della crisi economica.
Il filosofo del Boston College David M. Rasmussen20 agosto 2010
«La modernità è molteplice e ad essa si sono adattate in maniere completamente differenti varie civiltà – dice in questa video-intervista a Resetdoc il professor David M. Rasmussen (Boston College) – L’Islam ha le risorse politiche al suo interno per confrontarsi con il mondo moderno. Il principio globale della giustizia deve essere il principio della tolleranza».
La nostra ultima intervista (in inglese) al filosofo Nasr Abu Zayd (1943-2010). Di Nina zu Fürstenberg e Nikolai Eberth8 luglio 2010
L’ultima intervista a Nasr Abu Zayd, in cui il grande filosofo racconta la sua infanzia in Egitto, gli studi, l’insegnamento e la sua battaglia per un Islam liberale.
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