Dal 22 Giugno lei è il nuovo presidente del Consiglio francese del culto musulmano. Quali sono le priorità per il suo primo mandato e cosa intende cambiare all’interno di questa struttura?
Il Consiglio francese del culto musulmano ha certamente un obiettivo generale che consiste nel difendere la dignità e gli interessi del culto islamico. Questa dignità e questi interessi passano per un certo numero di dossier importanti. Ad esempio occorre impegnarsi a riabilitare l’immagine di un Islam offuscato da atti di violenza compiuti in suo nome e fare un lavoro di riappacificazione attorno a tutto ciò che è Islam e musulmano. E’ un lavoro a lungo termine che deve essere avviato attraverso una strategia di comunicazione che metta in risalto soprattutto l’immagine di un Islam moderato. Per quanto riguarda il problema dei luoghi di culto, l’Islam di Francia deve avere dei luoghi di culto degni, aperti e riappacificati che siano innanzitutto un luogo di raccoglimento. Ciò significa non solo lavorare molto a livello architettonico e materiale, ma anche al livello di tutto ciò che questi luoghi di culto possono offrire attraverso l’organico degli imam in primo luogo, ma anche di altri funzionari religiosi che agiscono in altri spazi. Anche il dialogo interreligioso fa parte delle priorità sulle quali è necessario concentrarsi per una migliore convivenza a livello nazionale ma anche a livello di tutte le comunità religiose. Per quanto riguarda i luoghi di sepoltura è necessario che la comunità musulmana conservi la propria memoria storica attraverso i propri cimiteri. I luoghi di sepoltura devono perciò essere degni e rispettare la tradizione islamica per quanto riguarda l’inumazione dei defunti.
Qual è la sua opinione sul metodo di elezione all’interno del CFCM basato sulla superficie delle moschee? Crede sia un buon metodo, oppure a suo parere occorrerebbe cambiarlo?
Il metodo di scrutinio che esiste attualmente ha funzionato per tre elezioni consecutive ma è effettivamente contestato da molti ed accettato da altri in attesa di un’alternativa. Ma per ora l’alternativa non esiste. Coloro che criticano lo scrutinio devono partecipare all’elaborazione di un’alternativa. Il Consiglio francese del culto musulmano deve concentrarsi su questa questione. Non può sfuggirle. Visto poi che ci sono state numerose contestazioni, credo sia davvero doveroso aprire un cantiere di riforme. E’ per questa ragione che noi abbiamo creato una vice-presidenza per questo mandato, che si occuperà delle riforme e si focalizzerà sulla futura ‘governance’ del CFCM. Questo gruppo proporrà dei cambiamenti e noi speriamo di avere già qualche pista entro un anno per migliorare il metodo di scrutinio anche se non abbiamo ancora un’idea precisa di quale esso sarà per il prossimo mandato.
Un altro problema è quello delle truffe legate all’organizzazione dei pellegrinaggi verso la Mecca. Molte persone, soprattutto anziani, si sono fatte raggirare da agenzie che, dopo aver incassato i soldi, sono scomparse nel nulla. Cosa intende fare su questo versante e anche sul versante del controllo della carne halal?
Abbiamo deciso quest’anno, eccezionalmente, nel corso della prima riunione dell’esecutivo, vista la data imminente del pellegrinaggio, di tenere in vita la commissione creata nel corso del precedente mandato affinché essa possa continuare a lavorare e proporre rapidamente soluzioni ai problemi che si sono presentati soprattutto nel corso dell’ultimo pellegrinaggio. Questa commissione, ma anche la commissione halal, saranno strutturate nel corso del prossimo consiglio d’amministrazione che dovrebbe riunirsi tra Ottobre e Novembre.
Cosa intende fare concretamente per la formazione degli imam?
Il CFCM deve avviare una riflessione su un capitolato d’oneri che riunisca le conoscenze e le competenze che deve avere un imam o un funzionario religioso, e deve mettere a disposizione delle associazioni e delle federazioni la possibilità di creare dei centri e degli istituti di formazione che rispettino questo piano di lavoro. Occorre inoltre incoraggiare associazioni ed istituti già esistenti a mettersi in regola. Per ora il CFCM non ha vocazione a creare esso stesso dei luoghi di formazione per imam.
In Italia, una neonata Federazione dell’Islam italiano è stata recentemente creata con l’avallo del ministero degli interni. Lei crede che un’iniziativa del genere possa essere presa dal ministero senza dialogare con le parti e senza elezione?
Onestamente non conosco bene il paesaggio del culto musulmano in Italia, ma credo che i musulmani debbano partecipare in maniera attiva per ottenere una buona rappresentanza. E’ un passaggio obbligato sia che esso passi attraverso il ministero sia che esso passi attraverso un partenariato tra le principiali federazioni e associazioni musulmane. Quanto al grado d’implicazione del ministero e delle federazioni ed associazioni musulmane, credo che tocchi agli attori locali di giudicarne la proporzione.