«Noi siamo i figli dell’antica Penisola»
Intervista a Ahmed Abodehman 7 January 2010

Il quotidiano panarabo edito a Londra Asharq Al Awsat ha utilizzato la parola “tsunami” per definire il boom della nuova letteratura saudita. Cosa c’è, secondo lei, all’origine di tanto fermento?

L’Arabia è la culla della lingua e della poesia araba; è un lungo poema e una splendida storia che non è mai stata scritta. Questa storia è stata trasmessa oralmente per secoli. Tutti coloro che sono originari della Penisola Araba sono fatti di queste belle storie. Ultimamente l’Arabia è rientrata nell’era della scrittura e di una libertà di espressione che ha permesso questo fermento.

Perché ha deciso di scrivere La Cintura in francese?

Intende dire perché ho scelto la Francia? Come un poeta sceglie la poesia, così io ho scelto la Francia. È lì che ho scoperto gran parte della storia della Penisola Araba grazie soprattutto alle opere degli orientalisti occidentali. Ed è sempre in Francia che mi sono scoperto come individuo. Il francese quindi è diventato la mia lingua di ricerca, e di conseguenza il mio strumento di scrittura.

In un recente editoriale apparso sulla rivista inglese Banipal, il giornalista libanese Youssef Bazzi ha scritto: “L’Europa non è più un luogo di esilio e rifugio per lo scrittore e l’intellettuale arabo. È la sua casa editrice, la sua lettrice, il suo pavimento o marciapiede, il suo pulpito, la sua libreria e la sua città».

A Parigi non mi sono mai sentito straniero. Quando la sera guardo il cielo, vedo le stesse stelle che ammiravo nel mio villaggio. In questo periodo di globalizzazione l’Europa arricchisce tutti i suoi «cittadini» venuti da altre parti del mondo ed essi l’arricchiscono a loro volta. Proprio questa pluralità culturale e umana ha protetto la mia cultura a Parigi.

Il suo libro è vietato in Arabia Saudita?

L’Arabia mi ha dato la possibilità di venire a studiare a Parigi nel 1980. Dal 1982 lavoro come giornalista per il quotidiano saudita Al Riyad che ha pubblicato La cintura nell’ambito del progetto «Libri in un giornale», realizzato in collaborazione con l’Unesco. Perciò il mio libro ha avuto un’ampia diffusione in Arabia saudita.

A che cosa sta lavorando in questo momento?

I poveri non svelano il loro futuro! Gli scritti su cui sto lavorando attualmente riguardano ancora la mia società d’origine e soprattutto il tema dell’amore.

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