Il segretario generale dell’Unesco Irina Bokova ha annunciato che la Giornata Mondiale della Filosofia patrocinata proprio dall’Unesco non si celebrerà più a Teheran, dove era stata inizialmente prevista l’edizione del 2010. Quest’anno, la capitale mondiale della filosofia sarà Parigi, il riconoscimento all’iniziativa di Teheran è ritirato, cancellato. La protesta di Reset-Dialogues on Civilizations, che fin dall’inizio dell’anno aveva aperto il caso con una lettera sottoscritta da Giuliano Amato, Giancarlo Bosetti, Ramin Jahanbegloo è andata dunque a segno, nonostante lunghi mesi di esitazioni, rinvii.
Che l’Iran di Ahmadinejad non garantisse decenti condizioni per un libero dialogo tra filosofi era chiaro fin da principio. Ancora più evidente dopo che si è saputo che il responsabile dell’iniziativa in Iran, Gholamreza Avani, direttore dell’Istituto Iraniano di Filosofia, era stato sostituito con Gholam Ali Haddad Adel, genero dell’Ayatollah Ali Khamenei, mentre le autorità diramavano direttive secondo le quali le scienze sociali e la filosofia occidentale non sono adatte all’Iran.
Il ritardo nell’assumere una decisione chiara sulla cancellazione dell’evento Unesco in Iran ha aumentato gli imbarazzi, che sono diventati insostenibili, quando le informazioni sullo stato delle cose sono state fatte rimbalzare da Reset-Doc in un incontro a New York alla New School of Social Research, lo scorso 27 settembre, e mentre venivano rese note le larghe adesioni alla protesta da parte di molti noti filosofi come Seyla Benhabib, Juergen Habermas, Michael Walzer, Axel Honneth, Alessandro Ferrara, Andrew Arato, Jean Cohen, e di intellettuali iraniani come Hamid Dabashi, Farzin Vardat, Ferzaneh Ganji.
Il sito www.resetdoc.org apriva le sue pagine al flusso delle proteste e si preparava intanto una iniziativa sul web per ospitare una giornata mondiale della filosofia alternativa a Teheran: www.philosophy4freedom.org. L’iniziativa di New York, ripresa dalla stampa americana e tedesca, ha mostrato tutta l’assurdità di un evento che si presentava come ormai imminente. La decisione della Bokova ha tolto finalmente dall’imbarazzo l’Unesco e ha reso ancora più evidente l’isolamento di Teheran. Qui l’organizzazione aveva da tempo aperto un sito con le insegne dell’Unesco, per celebrare e documentare la Giornata mondiale della filosofia in Iran: www.philosophyday.ir. Il logo dell’Unesco è stato immediatamente cancellato dalla homepage, ne rimangono per ora tracce nelle pagine interne. Si ignora se vi saranno reazioni ufficiali di parte iraniana.