Tiziano Terzani fotografo d’Oriente
Maria Elena Viggiano 14 marzo 2011

Tiziano Terzani è uno di quegli uomini che, nonostante passi il tempo, rimane un punto di riferimento e una fonte inesauribile di conoscenze e scoperte sull’Asia. Vietnam, Cina, Giappone, Tibet, India sono solo alcuni dei luoghi in cui ha viaggiato, vissuto, raccontato e fotografato. Infatti per la prima volta, con la pubblicazione del libro Tiziano Terzani – Un mondo che non esiste più (304 pag, Longanesi, 22 euro) si scopre una parte inedita del famoso giornalista. Il figlio Folco ha deciso di aprire gli armadi pieni di scatole con buste di foto, su cui è scritto il luogo di appartenenza, e sceglierne alcune da una montagna per cercare di ripercorrere la vita del padre, per offrire ai lettori la possibilità di seguire il giornalista nel suo percorso attraverso la storia e condurli alla scoperta dell’Oriente misterioso che da sempre affascina ma, nello stesso tempo, suscita paura e timore. Tiziano Terzani è stato corrispondente dall’Asia per trenta anni, e il suo desiderio di viaggiare e conoscere lo ha portato in posti remoti e al centro dei cambiamenti epocali che il continente subiva.

“La mia vita è stata un giro di giostra – diceva il famoso reporter – sono stato incredibilmente fortunato e sono cambiato tantissimo”. Sfogliando il libro e guardando le centinaia di foto in bianco e nero, sembra di compiere un viaggio nella vita di Tiziano Terzani, di poter essere partecipi delle sue trasformazioni personali, da corrispondente per il periodico tedesco Der Spiegel fino al suo ritiro nella baita nell’Himalaya indiano. In mezzo il lavoro da cronista che cercava di raccontare i fatti a cui assisteva, di delineare gli uomini e le donne che incontrava, di ritrarre le particolarità e le caratteristiche dei paesi in cui arrivava. Per la prima volta però i suoi racconti non sono affidati alla parola scritta, perché il libro svela una parte inedita: quella di fotografo. Per sua stessa ammissione il giornalista afferma di provare “invidia per i fotografi” perché “quella di cogliere il nocciolo di una storia con un clic è un’arte che mi ha sempre attirato. Per questo forse, da allora, sono sempre andato in giro con una vecchia Leica al collo quasi a rassicurarmi che se mi fossero mancate le parole, una traccia di ricordo mi sarebbe rimasta nella pellicola”.

Così Terzani inizia a fotografare le realtà in cui si trova, e nel libro le immagini sono accompagnate da brevi testi che spiegano situazioni, stati d’animo, usi e costumi delle popolazioni locali, sensazioni e accenni storici. Vietnamiti che dormono circondati da fucili, cinesi che marciano, templi ed enormi statue di Buddha distrutte per eliminare le radici dell’antica cultura cinese, l’incontro con il Dalai Lama sono alcuni dei momenti immortalati dagli scatti del giornalista. Il percorso però continua e comprende anche la Russia, dove emergono ritratti di gente con sorrisi di ferro, la statua abbattuta di Lenin in Asia centrale, i guerriglieri nelle Filippine o il tramonto sul Mekong. Poi basta una foto di due cinesi ripresi di spalle, che camminano lungo una strada e portano in mano delle gabbie di uccelli, per spiegare l’abitudine di allevare usignoli e canarini, simbolo di felicità. “Le gabbie cinesi – si spiega nel testo – contrariamente a quelle occidentali, non hanno all’interno un’altalena sulla quale l’uccello dondola rafforzandosi le gambe. Sono i vecchi che, camminando, fanno oscillare l’intera gabbia in modo che non solo gli uccelli si rafforzano dovendosi tenere in equilibrio, ma loro stessi fanno ginnastica coi polsi ed evitano così i reumatismi. Finezze d’Oriente”. E’ un semplice particolare ma, ancora oggi, per le strade di alcune città asiatiche è possibile trovare uomini che allevano uccelli e li portano in giro nelle gabbie. Da allora molte cose sono cambiate. Tra le tante foto del libro non c’è un’immagine di una moderna città cinese con i grattacieli, nel corso di pochi anni l’Asia ha subito profonde trasformazioni e sarebbe interessante sapere oggi i commenti e le riflessioni di Tiziano Terzani. Attraverso le parole o anche una foto.