Renzo e Lucia al Cairo
Sara Hejazi 15 giugno 2010

Certo i rapporti tra uomo e donna sono sempre e universalmente complicati. E sicuramente si complicano di più quando, oltre a tutto il resto, ci si mette anche la differenza di cultura, di abitudini, e soprattutto, di religione. C’è da dire che il lettore occidentale è stato “abituato” alle complicazioni tra generi di differente cultura e religione nei decenni passati, attraverso romanzi e film come “Mai senza mia figlia”, in cui vi era un carnefice, di solito la parte maschile-musulmana della coppia, e la vittima ingenua, la parte femminile-cristiana. Nell’autobiografico Quando le musulmane preferiscono gli infedeli (Mursia, 2010), di Martino Pillitteri, vengono invece totalmente rovesciati i cliché orientalisti – che hanno formato intere generazioni di lettori – in cui emancipate donne americane sposavano affascinanti uomini mediorientali per poi scoprire che erano dei fanatici religiosi, che avrebbero portato via i figli, costretto la moglie cristiana a indossare il velo, o dirottato aerei ecc.

Qui è tutto diverso: la bella musulmana non è velata, è ricchissima, ha un buon lavoro e ha vissuto in tutto il mondo; ma quando si tratta di sposare il suo fidanzato italiano lascia poco spazio alla mediazione culturale e al compromesso, perché: o si fa all’egiziana, o salta tutto. Ed ecco che, per una volta, la vittima è l’uomo intrappolato tra le esigenze e le aspettative dei famigliari della sua bella musulmana, tra conversioni religiose forzate e ingenti somme da pagare per la dote della futura sposa. Un po’ manuale di sopravvivenza per un occidentale in un mondo sconosciuto e a volte anche insidioso, un po’ resoconto dal di dentro di una società in profonda trasformazione, il libro di Pillitteri usa lo spunto autobiografico – con una spiccata vena autoironica – per trattare un tema di grandissima attualità, che è quello dell’eterno dilemma – che dilania soprattutto l’universo femminile – tra modernità e tradizione, tra paura di omologazione e revival religioso che sta attraversando, in modo sempre più evidente, quello che è comunemente chiamato “mondo arabo”.

Nel libro, la descrizione di locali cairoti solo per donne con hejab e niqab, così come l’esasperazione del consumismo di grandi marche e mode per le egiziane più occidentalizzate, fotografano una società che va cercando la propria identità in modelli quasi sempre estranei o esasperati: che siano gli Imam fanatici e misogini di Al-Azhara, che siano invece gli stili di vita importati da ovest, fatti di super lussuosi ricevimenti nei Grand Hotel, la società egiziana appare come alla perenne ricerca di punti di rifermento per giungere ad una propria autodefinizione sempre più confusa e difficile da trovare. Una storia d’amore dunque, quella tra Martino e Noor, che riflette su di sé le tendenze e i cambiamenti che attraversano il Paese Egitto sia a livello locale che internazionale: la religione musulmana sembra diventare un rifugio ideale contro ciò che viene percepito come un’ingiustizia a livello politico: dall’attuale politica estera statunitense andando indietro fino al periodo colonialista; la rinascita dell’orgoglio panarabo contrasta con la paura del dominio occidentale: l’Islam si fa così garante contro l’idea di ateismo e amoralità a cui è ascritto solitamente l’occidente; l’ospitalità egiziana, eccelsa in certe occasioni, crolla di fronte alla possibilità che la tradizione locale smetta di regolare i rapporti tra le persone, specie tra uomo e donna, specie se l’uomo non è né egiziano né musulmano.

Così questo matrimonio – un po’ come quello di Renzo e Lucia – non s’ha da fare, più perché è inserito in un contesto che contrasta fortemente l’unione interreligiosa, che per volontà dei due promessi. Ma la luce della bella Noor, il cui stile di vita evoca in certi punti quello delle principesse arabe delle Mille e una notte, non può che far nascere nel lettore una spontanea simpatia per il popolo egiziano alla ricerca di se stesso e la speranza che un lieto fine, con tanto di sontuoso matrimonio, sigilli la storia d’amore tra la musulmana e l’infedele.