Beirut si sta riprendendo? Qual è l’atmosfera nella città?
La città sta tornando più o meno alla normalità. Il traffico è normale e la gente sta tornando al lavoro, se si eccettuano i quartieri meridionali, che sono stati distrutti e che ora vengono lentamente ricostruiti. C’è un forte dibattito politico sul futuro del paese.
E’ vero che la popolarità di Hezbollah sta crescendo anche tra i cristiani libanesi?
E’ molto difficile da dire. C’è un sondaggio che è stato recentemente pubblicato dal Daily Star e che mostra come si stia affermando una polarizzazione, anche se sono più le persone che sostengono Hezbollah rispetto a quelle che lo criticano.
In un’intervista al quotidiano libanese Al-Nahar, il mufti di Tiro Sayyed ‘Ali Al-Amin ha chiesto al governo di assumersi le proprie responsabilità e di schierare l’esercito nel sud del paese. Questo perché, dice, è il governo ad essere responsabile per la sicurezza del sud, e nessun altro gruppo. Secondo lui "la comunità sciita del Libano non ha autorizzato nessuno a dichiarare guerra in suo nome". Al contrario, ha detto, essa era contraria alla guerra ed è leale allo stato proprio come le altre comunità etniche del Libano. Questo significa che la comunità sciita libanese è divisa nel sostegno a Nasrallah?
Sì, si possono trovare critiche a Hezbollah tra gli sciiti, i sunniti e i cristiani, ma è altrettanto vero che ci sono anche molte persone che li sostengono nella loro battaglia contro Israele. Chiaramente c’è una forte condanna nei confronti di ciò che ha fatto Israele, ma anche verso Usa e Gran Bretagna, che le hanno offerto lo spazio diplomatico per agire così. Ma la condanna si allarga a volte anche a Hezbollah. Molta gente dice che sono stati loro a iniziare, col rapimento dei due soldati israeliani. C’è molto odio verso Washington e Londra, e c’è un’opinione pubblica divisa su Hezbollah.
Sta crescendo l’odio verso Israele?
Non so se stia crescendo. So che è sempre esistito e che ora certo non potrà scendere, dopo tutte le incredibili distruzioni che Israele ha inflitto al Libano.
L’esercito libanese disarmerà veramente Hezbollah? Oppure, come in molti pensano, Hezbollah nasconderà semplicemente le sue armi?
Quando decise di inviare l’esercito nel sud, il governo libanese disse che la sua prima missione non era quella di disarmare Hezbollah. La missione principale era ristabilire la potestà del governo libanese in tutto il sud. L’hanno deciso con l’approvazione di Hezbollah, che fa parte dell’esecutivo. Tecnicamente non stanno disarmando Hezbollah, stanno assicurando la presenza del governo libanese nel sud. Sostanzialmente al sud Hezbollah ha deposto le armi: non vanno in giro con le armi in pubblico, ma non stanno disarmando.
Non pensa che il fatto che Hezbollah stia semplicemente nascondendo le armi non risolve il problema?
Dipende da cosa intendiamo per il problema. Il governo libanese e Hezbollah hanno detto di voler discutere lo status di Hezbollah come gruppo di resistenza armata, ma questo avverrà solo in un secondo momento. Prima si dovrà rendere stabile il cessate il fuoco, Israele dovrà abbandonare il Libano, si dovranno affrontare le questioni più urgenti, come le fattorie di Sheba e lo scambio di prigionieri. Poi, solo in un secondo momento, discuteranno delle armi di Hezbollah. Penso che la gente sia conscia del fatto che il tema vada affrontato, e che il disarmo ora deve essere effettuato dall’esercito libanese.
Chi ha vinto la guerra?
Su un piano militare è stato davvero un conflitto aspro, senza vincitori né vinti. Il Libano è stato duramente distrutto, e ha sofferto danni tremendi. Ha sofferto le più grandi perdite in termini di distruzione delle infrastrutture, ma militarmente Hezbollah si è comportata molto bene e ha costretto Israele alla soluzione diplomatica. Da un punto di vista politico Hezbollah ne è uscita rafforzata, ma allo stesso tempo Israele ha mostrato che militarmente è anch’essa molto forte e con l’aiuto americano sarebbe stata pronta a distruggere il paese, se solo l’avesse voluto.
Il ministro degli esteri italiano Massimo D’Alema ha avvertito la Siria, dicendo che se Damasco armerà Hezbollah la comunità internazionale non starà lì a guardare. Cosa ne pensa?
E’ una posizione che anche molti altri sostengono. Il governo libanese ha detto di voler sorvegliare il confine con la Siria e di voler impedire l’arrivo di armi. Mi sembra che sia un accordo internazionale, e non dovremmo ritrovarci con l’Iran e la Siria che inviano armi a Hezbollah, ma neanche con Israele che attacca o occupa il sud del Libano. Penso che se tutti gli elementi della risoluzione verranno rispettati allora il compromesso risulterà accettabile per tutti.