È con profonda tristezza che ho appreso la notizia della morte di Nasr Abu Zayd. L’avevo incontrato in più occasioni sia in Europa sia negli Stati Uniti. Era una persona cordiale e gentile, animata da una sincera passione per la ricerca e la filosofia. Era anche un esule, o un espatriato, perseguitato e bandito dal suo paese natale (che amava profondamente). Qual era la sua colpa? Non aveva attaccato né si era ribellato apertamente contro il governo. Però fece qualcosa di molto più ambizioso: rivendicò il diritto alla libera interpretazione delle scritture (un’interpretazione non arbitraria, ma libera e responsabile).

I suoi nemici furono così astuti da cogliere nel punto: il diritto all’interpretazione è un segno premonitore della caduta di tutte le autocrazie e teocrazie, e apre in prospettiva le porte alla democrazia. Rivolgo questo mio saluto al compianto amico Abu Zayd, uomo di fede autentica e pioniere della democrazia.

Traduzione di Enrico Del Sero