Convening 14 July 2011
Per un lessico interculturale. In memoria di Silvio Fagiolo (Roma, 14 luglio ore 18.00)
Il progetto

Reset-Dialogues on Civilizations ha avviato sul suo sito il Lessico interculturale, un’attività proposta fin dai primi incontri del Comitato Scientifico da Silvio Fagiolo. In italiano, inglese e già per una parte in arabo, il Lessico intende affrontare i concetti chiave dei dizionari di cultura politica con dei contributi che collocano in diversi contesti ciascun lemma. Questo, con particolare attenzione alle difficoltà che ostacolano la comprensione tra culture musulmane, nei paesi arabi e non, e culture occidentali. Il “Lessico” si propone quindi come uno strumento a disposizione di studenti, studiosi, personale politico, operatori internazionali. E’ e vuole essere uno strumento che aiuti a superare lo “scarto” a volte molto ampio che separa anche concetti apparentemente facili da tradurre, in contesti culturali diversi per tradizione, storia, confessione religiosa prevalente. Pensiamo a un termine come “laicità” (“secularism”) e al suo diverso peso semantico in un contesto statunitense o francese o italiano o turco o egiziano. Pensiamo alla difficoltà di giungere a una comune definizione del  concetto di “democrazia” in situazioni tanto diverse come l’Europa e in Estremo Oriente.

Silvio Fagiolo apparteneva a quella schiera di diplomatici che negli ultimi cinquant’anni hanno assicurato all’Italia un ruolo europeo di primo piano. Grande conoscitore della Germania, il suo lavoro alla Farnesina ha segnato positivamente i rapporti italo-tedeschi per diversi decenni. Nato a Roma nel 1938, Silvio Fagiolo ha compiuto una carriera in un Occidente segnato dalla ricostruzione e dalla guerra fredda quando i paesi emergenti di oggi erano ancora il Terzo Mondo di ieri. Grazie a una perfetta conoscenza del tedesco e del russo, ha iniziato come segretario d’ambasciata a Mosca negli anni di Leonid Breznev, è stato poi console a Detroit, consigliere d’ambasciata a Bonn agli inizi dell’era di Helmut Kohl, ministro consigliere a Washington negli anni 90, rappresentante permanente d’Italia presso l’Unione Europea a Bruxelles, e infine ambasciatore a Berlino dal 2001 fino al 2005 quando è andato a riposo, diventando professore alla LUISS di Roma e collaboratore del Sole/24 Ore. Da europeista è stato per vent’anni al crocevia dell’integrazione europea, negoziando in prima persona il Trattato di Maastricht, il Trattato di Amsterdam e il Trattato di Nizza.

Fin dalla sua costituzione Fagiolo ha fatto parte del comitato scientifico di Reset-Dialogues on Civilizations, rappresentando l’organizzazione in diversi incontri. E ha contribuito con i suoi scritti alla rivista italiana Reset. Ha consegnato l’ultimo articolo, una recensione, che apparirà nel prossimo numero di Reset, poche ore prima della morte. Un suo articolo, “Dopo i rais la speranza” apriva il numero dello scorso marzo-aprile della nostra rivista Reset, dedicato alla primavera araba.

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