Sabahi sfida il regime egiziano: la primavera ritornerà
Dal 26 al 28 maggio l’Egitto ha votato per eleggere il successore di Mohamed Morsi, il presidente dei Fratelli musulmani eletto nel 2012 e deposto dai militari nel luglio 2013. I candidati sono solo due: l’ormai noto generalissimo Abdel Fattah Al Sisi e Hamdeen Sabahi, leader della progressista Corrente Popolare, attivista ‘nasseriano’ e già oppositore di Sadat e Mubarak che lo fecero incarcerare ben 17 volte. Nel 2012, con il 21,5 percento dei voti, Sabahi arrivò terzo dopo Morsi e Ahmed Shafiq. Se dopo quelle elezioni non esitò a criticare la deriva autoritaria di Morsi, che definì “un nuovo Mubarak”, la sua disapprovazione non ha mai risparmiato i soprusi del governo di transizione voluto dai militari. Oggi, con lo slogan “uno di noi” e una campagna elettorale ‘di sinistra’, appoggiata da figure di spicco del mondo della cultura come Alaa Al Aswany e Khaled Youssef, il laico e ‘socialista’ Sabahi mira a ottenere il favore delle classi popolari e dei giovani rivoluzionari, anche se sono in pochi a credere che il suo ‘appeal’ liberale abbia la benché minima possibilità di scalzare la macchina elettorale del feldmaresciallo Al Sisi. Lui, però, non molla. Il perché ce lo spiega in una intervista di Azzurra Meringolo per Resetdoc.